LA FORTUNA DI AVERE UN GATTO… IL GATTO CON GLI STIVALI

I gatti popolano libri, fumetti e cartoni animati. Abbiamo letto le loro storie e conosciuti in TV e al cinema. I gatti sono descritti e disegnati come protagonisti o comparse, buoni o cattivi, eroi o compagni di avventure. Queste stupende piccole creature si prestano alla perfezione ai ruoli a loro assegnatogli. 

Uno tra i primi fu Walt Disney che intuì che il cartone animato avrebbe segnato una nuova era e introdusse gli animali all’interno di questa nuova tecnica di comunicazione televisiva e cinematografica. Utilizzò questo strumento innovativo per raccontare vere e proprie storie. I primi cartoni animati arrivarono in Italia nel 1940 ed erano in bianco-nero.

Molte storie, fiabe e fumetti con personaggi gattosi sono successivamente diventati cartoni animai e film di animazione 3D ai giorni nostri.

La mia preferita è la fiaba  del Gatto con gli stivali.

E’ una fiaba popolare europea. Fu attestata a Giovanni Francesco Straparola, che la incluse nelle sue Piacevoli notti (pubblicate a partire dal 1550) con il titolo di Costantino Fortunato. Non è certo se Straparola abbia scritto la fiaba di suo pugno oppure abbia riportato un racconto della tradizione orale.

 

Ci furono altre versioni della fiaba:

- Giambattista Basile.

- Ludwig Tieck.

- Charles Perrault

- Fratelli Grimm.

Incisioneottocentesca di Gustave Doré.

Nasce come fiaba ma poi divenne film cartone animato e animazione nel 2011. La storia narra di un vecchio mugnaio che lasciò in eredità ai tre figli, un mulino, un asino e al più piccolo un gatto. Quest'ultimo non era contento di aver ereditato solo un gatto perché essendo molto povero non lo avrebbe aiutato, ma il gatto, molto intelligente e protettivo gli disse:

"Fidati di me, portami un cappello, un paio di stivali e un sacco e farò di te un uomo ricco".

Il giovane, ascoltò e si fidò delle parole della piccola bestiola e si procurò quanto rischiatogli dal gatto. Indossò stivali e cappello, andò nel bosco, catturò della selvaggina e la portò al re, dicendo che fosse un dono del suo padrone, il marchese di Carabas.

Il gatto continuò a portare i regali al re finché un giorno sentì parlare di una passeggiata del re con la figlia, così corse dal suo padrone e gli disse di spogliarsi e buttarsi nel lago. Quando la carrozza del re passò di lì, il gatto iniziò a gridare dicendo che il marchese di Carabas era stato derubato e aveva bisogno d'aiuto.

Il re ricordandosi di tutti i doni ricevuti, fece fermare la carrozza per aiutare il marchese. Il gatto con gli stivali costrinse i contadini a rispondere al re che i terreni su cui stavano lavorando appartenevano al marchese di Carabas.

Poi corse nel palazzo di un famoso orco, che si diceva fosse in grado di trasformarsi in qualsiasi animale. Traendolo in inganno il gatto lo convinse a trasformarsi prima in leone e poi in topo e a quel punto lo divorò: così si impossessò delle sue ricchezze che donò al suo padrone che sposò la figlia del re e divenne ricco.

La morale che leggo nella favola è che non bisogna mai sottovalutare un dono. Che il gatto è un’animale molto intelligente, astuto intraprendente e indipendente e queste qualità sono l’eredità che ti forniscono successo e la ricchezze più enorme.