CONOSCERE LA NATURA DEL NOSTRO GATTO PER CREARE UN FEELING UNICO

Conoscere il nostro gatto significa comprendere le sue abitudini solitarie e di gruppo, le sue necessità, i suoi comportamenti e la sua comunicazione: vocale e corporea. Bisogna osservare in natura (senza la presenza dell’uomo), come si comporta, come interagisce con gli altri gatti, cosa ama, cosa vuole evitare e cosa teme.

Il gatto (maschio o femmina) in natura, se deve cacciare per mangiare, ha bisogno di un vasto territorio ed è un animale solitario. Vive da 1 a 3 esemplari per Kmq. Non vuole competizione per il cibo e per i ripari.

Se invece ha la possibilità di vivere nei pressi di una fonte di cibo (un porto, una ristorante, una discarica, o facilitato dall’aiuto dell’uomo) e riesce a cibarsi in modo costante, può vivere in gruppi molto numerosi. Possono raggiungere una densità un centinaio di individui per kmq e in città possono arrivare a raggiungere 2000 unità per kmq.

Molto importante per determinare la densità di popolazione felina, oltre al cibo, è la presenza di un riparo. Le femmine hanno maggiormente questa necessità per far nascere e crescere i propri piccini perché hanno bisogno di zone protette e nascondigli.

Cosa determina la densità di popolazione nei nostri cari a-mici 

GATTE FEMMINE: Cibo e ripari

La gatta non ha bisogno di un vasto territorio, cerca un luogo dove facilmente riesce a trovare riparo e reperire il cibo per lei e per i suoi cuccioli regolarmente. L’ampiezza del suo territorio dipende dalla distribuzione del cibo.

GATTI MASCHI: Cibo e femmine.

Il territorio del gatto adulto sessualmente attivo varia a seconda della stagione dell’anno e delle femmine fertili presenti. Solitamente è il triplo di quello della femmina. Un gatto che ancora non è sessualmente attivo ha il territorio similare alla femmina.

I gruppi di gatti che vivono in comunità in presenza di fonti di cibo sono composti da gatte e dai loro piccoli (maschi e femmine). Le femmine possono rimanere nel gruppo anche da adulte. Spesso sono parenti e la loro convivenza stretta e genetica le porta a proteggere ed accudire oltre ai propri piccoli anche i cuccioli di altre mamme gatte. Le gatte femmine estranee, che non fanno parte del gruppo, vengono scacciate.

Anche i gatti maschi vengono allontanati dal gruppo e prima che possano accoppiarsi dovranno crescere e spodestare i gatti “boss” più esperti e aggressivi di loro. I gatti maschi adulti conducono una vita principalmente solitaria.

COME COMUNICANO

I gatti hanno un loro sistema di comunicazione. Inviano differenti segnali a seconda delle varie situazioni in cui si trovano. Comprenderle è utilissimo per noi per capirli e avere una sana e serena relazione con loro. Non dimentichiamo che il gatto domestico è un vicino parente del gatto selvatico, solo ha scelto di vivere con l’uomo e in gruppo con altri gatti.

Il gatto domestico, non avendo problemi di cibo, può vivere in gruppo a stretto contatto l’uno con l’altro. Deve accettare e tollerare la presenza di altri gatti e proprio per questo ha sviluppato un sistema di comunicazione per evitare conflitti e per tutelarsi da litigi e confronti violenti. Ha sviluppato segnali per comunicare sia a lunga distanza che a breve.

Per un gatto selvatico e solitario, la comunicazione è incentrata soprattutto nell’allontanare i suoi rivali, lasciando il proprio odore, spruzzando l’urina, comunica chiaramente con questo messaggi olfattivo di tenersi alla larga dal suo territorio. Non cercheranno mai il conflitto, potendolo evitare. Cercheranno di spaventare il rivale per evitare lo scontro diretto che può portare ferite e infezioni anche gravi.

In gruppo, l’armonia tra i gatti viene preservata attraverso la minaccia e il compromesso. Ma gli scontri non saranno mai troppo aggressivi e violenti perché non conviene a nessuno.

I gatti hanno un odore individuale che li identifica e posseggono un marker di gruppo che li uniforma alla loro comitiva. I piccoli felini che sono sprovvisti di questo segno di riconoscimento, vengono esclusi.

Il gatto non ama vivere in gruppo, ma per convenienza si adegua. Non avendo sviluppato uno spirito di collaborazione e sociale, rimarrà sempre un individuo a se che si rapporterà con l’altro secondo il proprio imprinting e il proprio carattere: socievole, mite, aggressivo, dominante o prevaricatore. Sarà un gruppo di singoli individui indipendenti che si tollerano (più o meno a seconda del carattere) e che si faranno gli affari loro.

I gatti utilizzano per comunicare (stato di fertilità o segnare il territorio) dei segnali olfattivi quali le feci, l’urina e secrezioni ghiandolari. Durante la stagione degli amori emettono miagolii che servono alle femmine per richiamare il maschio e per maschi per allontanare i rivali. Le mamme con i cuccioli hanno un linguaggio a parte che vedremo in seguito.

LA COMUNICAZIONE A DISTANZA

Dobbiamo premettere che il gatto ha un olfatto eccezionale ed è munito di un organo speciale chiamato: “Organo di Jacobson”. Il gatto con movimenti effettuati con il labbro e con la lingua, con brevi respiri spinge l’aria nell’organo che è in grado di codificare, analizzare e riconoscere infiniti odori. Il gatto solleverà il labbro superiore e terrà la bocca leggermente aperta (reazione di Flehemen). Si riscontra anche nel cervo e nel cavallo.

 

Il gatto vive in un mondo fatto di odori e proprio per questo che sono fondamentali per la loro comunicazione.

FERORMONE: in natura esistono degli animali che reagiscono a delle sostante chimiche emanate da altri esseri viventi della stessa specie. Il ferormone è una tra queste. Il termine deriva dal greco  “Pheros” lontano e “horman” eccitare. I gatti li rilasciano attraverso ghiandole che si trovano sul muso, sul dorso, sulle zampe e sulla coda. I ferormoni sono importantissimi per la comunicazione di messaggi sessuali. Li lasciano lungo percorsi abituali attraverso graffiature (in caso i ferormoni siano cancellati dalla pioggia rimane il messaggio visivo della graffiatura) e segnali odorosi. Sono utilizzati per controllare il territorio e dividere le zone accessibili dagli altri gatti e le aree vietate.

Possiamo notare anche che dopo un passaggio di un gatto, gli altri ripercorrono i punti salienti, rimarcando il territorio e noteremo la reazione Flehmen. 

URINA: spruzzando l’urina o sotterrandola sotto la terra il gatto comunica se vuole palesare la sua presenza o nasconderla. Una mamma gatta tenderà a nascondere l’urina sotto la terra per cancellare le sue tracce e mettere al sicuro i suoi gattini dai gatti adulti maschi che li ucciderebbero per far tornare la gatta in calore o per eliminare una stirpe non propria.

Al contrario se un gatto vuole segnalare la sua presenza, spruzza l’urina su una parete verticale e lascia espandere il suo odore. Insieme all’urina rilascia delle secrezioni dalle ghiandole anali. Per spruzzare Il gatto starà in piedi, muoverà le zampe posteriori su e giù e vibrerà la coda. L’odore forte è dovuto a batteri  che la deteriorano e la decompongono

MIAGOLII: sono richiami sonori che servono alle gatte per attirare i maschi, i gatti maschi per segnalare la loro presenza alle femmine e per tenere lontani i rivali in amore. Vengono emessi nel periodo dell’accoppiamento o durante le battaglie tra maschi per accattivarsi i favori delle femmine.

LA COMUNICAZIONE A STETTO CONTATTO

Nei gatti selvatici viene utilizzata solamente dalla mamma gatta e i suoi cuccioli. Nei gatti domestici è molto comune. Comunicano le proprie necessità e i propri voleri utilizzando una serie di segnali olfattivi e visivi.

FARSI LE UNGHIE
ha tre funzioni principali:

a) limarsi le unghie, accorciarle e affilarle
b) lasciare un segno visivo della propria presenza
c) lasciare un messaggio olfattivo con secrezioni delle ghiandole che si trovano tra i cuscinetti.

Il gatto dominante tende a farsi le unghie per marcare il suo territorio visivamente sia per lasciare il proprio odore.

ODORI: i gatti sono muniti di ghiandole sulle pelle (mento, bocca, tempie, fronte e coda) che producono secrezioni personali e uniche. I gatti le rilasciano strofinandosi su oggetti, piante, alberi ecc. che fanno parte del proprio territorio. Quando i gatti si strofinano tra loro e con noi umani vogliono scambiare il proprio odore per conoscersi e riconoscersi dentro al gruppo e per stabilire il market collettivo facilmente identificabile.

L’odore dell’individuo si trova principalmente sulla testa, mentre l’odore collettivo viene emanato da coda e fianchi. 

SEGNALI VISIVI:
Sono tutti quei segnali possibili da vedere a distanza ravvicinata utilizzando il messaggio del corpo.

- GATTO INGOBBITO CON IL PELO DRITTO E POSIZIONE LATERALE: mostra ostilità, paura, aggressività
- GATTO ACCOVACCIATO CON ORECCHIE ABBASSATE: sottomissione.
- GATTO CON CODA ALTA: approccio amichevole
- SFREGAMENTO RECIPROCO: serve a calmare e tranquillizzare l’altro gatto, per salutare e infondere fiducia.
- LA PULIZIA RECIPROCA: un modo per imporsi all’altro gatto. Solitamente è il gatto dominante che conduce l’opera di pulizia che può sfociare in forme di aggressività, tipo la leccata si può trasformare in un morso.
- ROTOLAMENTO la gatta selvatica si rotola come invito sessuale all’accoppiamento, il gatto/a domestico/a come segno di sottomissione.

IL GIOCO
I gattini iniziano l’attività sociale del gioco dalla terza settimana di vita, durante il periodo dello svezzamento. Il giocare è una vera palestra di vita per i cuccioli che imparano a relazionarsi, cacciare, nascondersi e lottare.

Si distinguono due principali tipologie di gioco:

a) Il gioco di predazione
La mamma gatta per insegnare la caccia ai piccoli, gioca con loro. Caccia e mangia la preda davanti a loro ed emette dei suoni caratteristici per richiamarne la loro attenzione. Il gioco predatorio cresce fino alle otto settimane di vita. Quando i gattini imparano a predare e mangiare i topi, riducono il gioco perché l’attività predatoria lo sostituisce quasi completamente.

b) Il gioco della lotta
Nella maggior parte dei casi inizia con un agguato e termina con un inseguimento. Iniziano con l’affrontarsi da lontano, con il dorso e la coda inarcati, per poi battersi corpo a corpo, assumendo talvolta una postura verticale, sollevandosi sulle zampe posteriori. Il gioco del combattimento serve per imparare a praticare la l’arte della lotta che gli servirà da adulti per scacciare i rivali e conquistare la gatta.

c) Il gioco solitario
I cuccioli di gatto (anche i gatti adulti) amano rincorrere  piccoli oggetti che si muovono rotolando e colpire oggetti sospesi e oscillanti. Inscenano agguati contro nemici immaginari (davanti a uno specchio o contro la propria ombra). Anche questo gioco è finalizzato per sviluppare e raffinare le tecniche di caccia.

In conclusione il nostro gatto domestico, non avendo problemi di cibo e di riparo, si è adattato a vivere in gruppo e ha potuto sviluppare una comunicazione a breve distanza, a differenza del lontano parente il gatto selvatico.

Adesso conoscendo la sua storia e la sua evoluzione da gatto selvatico a gatto domestico, le sue necessità ed il suo carattere, possiamo comprendere tutti i suoi atteggiamenti, comportamentali e bisogni e possiamo creare un feeling perfetto con il nostro piccolo compagno di vita e di avventure.